Scolopendra subspinipes Leach, 1815

Phylum: Arthropoda Lankester, 1904
Classe: Chilopoda Latreille, 1817
Ordine: Scolopendromorpha Pocock 1895
Famiglia: Scolopendridae Newport, 1844
Genere: Scolopendra Linnaeus, 1758
Descrizione
Questi artropodi, piuttosto oblunghi, possiedono tuttavia un corpo alquanto massiccio e robusto. Il corpo è leggermente appiattito e protetto da placche dure - composte da chitina - collegate tra loro mediante membrane flessibili. A causa della natura del loro esoscheletro, che non cresce col crescere del resto del corpo, le scolopendre sono soggette a mute nel corso del loro sviluppo. Questi animali hanno colorazioni distinte tra le varie specie, variando dal bruno scuro al violetto al giallo passando per il verde ed il blu; inoltre il colore varia anche tra individui immaturi e adulti pure a dipendenza di dove i giovani sono cresciuti. Il corpo viene diviso in due sezioni: testa e tronco. Ai 2 lati della testa si trovano 4 occhi semplici, non composti (ocelli) insieme ad un paio di antenne filiformi ben visibili. Il tronco è suddiviso in 21-23 segmenti, ciascuno di essi dotato di un paio di zampe, adattate per muoversi velocemente (fino a correre) e per afferrare la preda saldamente prima di ucciderla: le scolopendre infatti normalmente si avvolgono attorno alla preda per impedirle la fuga. L'ultimo paio di zampe è di norma molto sviluppato e rivolto all'indietro: probabilmente ha funzione di avvertimento verso potenziali predatori. Il primo paio di zampe è ripiegato ad uscire sotto la testa e modificato a formare uncini (detti forcipule) velenosi coi quali uccide le prede. È interessante notare che tutte le specie di centopiedi (inclusa questa) presentano coppie di zampe solo in numero dispari. Le scolopendre si nutrono di invertebrati e, nel caso delle specie più grandi, di piccoli vertebrati quali lucertole, topi, rane e uccelli. La scolopendra, come la maggior parte degli artropodi depone uova, che protegge tra le zampe posteriori fino alla loro schiusa, creando così una specie di armatura. Dato che la femmina raramente abbandona le uova, quando si muove per cacciare solleva le zampe posteriori che proteggono le uova e striscia con quelle anteriori. Dopo la schiusa i piccoli (solitamente di colore bianco trasparente) vengono protetti allo stesso modo, almeno fino a quando non diventano troppo grandi per poter essere trasportati sul dorso della madre. Il veleno di questi artropodi contiene acetilcolina, istamina e serotonina ed è tossico anche per l'uomo dove può causare, oltre a dolore intenso nel sito di iniezione, infiammazione e anche sintomi generali come febbre, debolezza e sudorazione abbondante. Sintomi così importanti sono più facilmente provocati dalle specie più grandi di scolopendra, come la S. gigantea, rintracciabili nelle foreste amazzoniche e dell’America centrale. Il loro veleno era già conosciuto da molto tempo, tanto da essere utilizzato dalla medicina tradizionale cinese come rimedio per reumatismi, calcolosi e alcune malattie della pelle.
Diffusione
Le scolopendre sono organismi abbastanza comuni ed è possibile trovarli in zone ombreggiate quali parti inferiori di sassi e foglie morte, grotte, foreste e persino l’interno di case. Essi sono rintracciabili in molte zone climatiche del globo quali deserti, montagne, boschi e foreste. Sono artropodi solitari (se messi insieme, si combattono fino alla morte di uno dei due) e notturni. Durante il giorno vanno a rifugiarsi in zone umide e scure; tuttavia, qualora il clima sia troppo umido o troppo secco, essi cercano altri luoghi, arrivando a rifugiarsi all'interno di case. Le specie che abitano nelle zone temperate del globo sono solitamente più piccole (arrivano fino a 10 cm) di quelle che popolano le zone equatoriali umide, che possono superare i 30 cm.
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Data: 05/11/2004
Emissione: Flora e fauna 6 v. Stato: Indonesia |
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